Grazie Madre Terra

 

Prendersi cura della nostra Madre Terra non è solo un’esperienza personale, ma anche relazionale perché ci fa condividere con gli altri il lavoro, la gioia, il servizio e l’amore per tutta la Creazione. Seguendo il carisma di cura di Madre Francesca Schervier, gli Associati/e delle Suore Francescane dei Poveri si impegnano nella propria quotidianità a promuovere lo sviluppo sostenibile e integrale, riconoscendo che prendersi cura di Madre Terra - fonte della vita, del nutrimento e dell’apprendimento - significa prendersi cura di ciascuno/a, riconoscersi creature in relazione e interdipendenti tra loro e con tutto ciò che le circonda.

Ascoltiamo due esperienze dalle parole di Carlo Gazzano e Carole Consigliere, Associati SFP.

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Stupore, meraviglia, confronto, angoscia, passione, tenacia, ammirazione, attenzione, cura, silenzio, confronto, ascolto, deserto, consiglio: queste parole rappresentano ciò che vivo nel mio “rapporto” con il creato. Tutto ciò si concretizza nella coltivazione della terra, in quel piccolo pezzetto di campagna che mi piace curare.

Nel coltivare la vigna, ma anche alberi da frutto ed ortaggi, rimango sempre stupito quando la pianta cresce, seguendo l’andamento delle stagioni; la vigna si “spoglia” per poi “vestirsi”, fiorire, dare frutto e l’uva si colora, passando dall’acerbo color verde, alla maturazione piena, bianca o nera che sia. Adesso è pronta, matura per essere raccolta e trasformata, come si usa dire, nel nettare degli dei. Questo, da noi, è anche il momento della festa: lavoro, condivisione, danza, amicizia, famiglia.

Vedere la natura che si ri-prende i suoi spazi e si ri-ordina a modo suo è sempre bello: entrando nella Sua logica non posso che ammirare la perfezione, di cui anche io e tutti noi facciamo parte. Carlo Gazzano di Messina

     

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Da circa 10 anni conosco una piccola realtà in provincia di Padova che si occupa di formazione professionale per i ragazzi fragili, cioè ragazzi in obbligo formativo (14-20 anni) e/o in condizioni di svantaggio scolastico dovuto a varie difficoltà di apprendimento. In questa realtà le persone credono fortemente che l’attività con la terra sia un mezzo molto importante per aiutare i ragazzi stessi ad apprendere un mestiere e contemporaneamente che abbia una funzione “terapeutica”. Alcuni giovani che hanno qualche difficoltà a stare in aula con problemi di concentrazione, quando sono accompagnati in orto per “prendersi cura” della terra, per piantare, innaffiare cambiano il loro approccio all’apprendimento. Diventano molto precisi, meticolosi, attenti alle indicazioni che vengono date. Molti alunni hanno un vero cambiamento, diventano più calmi e pacati; guardano con stupore le trasformazioni che avvengono nella natura, ad esempio quando seminano le piantine e ne seguono con interesse lo sviluppo e la crescita. Resto affascinata da questa magia, che unisce i giovani fragili con la Madre Terra; a volte sembra che sia lei a richiamarli e farsi trasformare da loro. Con meticolosità, attenzione, educazione i ragazzi apprendono cosa devono fare con gli attrezzi specifici per rendere ancora più rigogliosi e fruttuosi i tesori di Madre Terra. Può capitare che alcuni ragazzi, per la loro situazione, abbiano scatti di forte ira e aggressività, quindi noi adulti spesso li accompagniamo in orto e per calmarli chiediamo loro i nomi delle piante, oppure le fasi dei processi di coltivazione: per magia rispondendo si placano, si concentrano su quello che dicono e così spostano il loro pensiero. Per questo dico GRAZIE MADRE TERRA. Carole Consigliere di Padova

Pubblicato: 15/01/2021

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